Dopo qualche mese a mezzo servizio, Eataly Smeraldo di Milano ha riaperto i battenti a pieno regime. Per quello che insieme al Lingotto di Torino è un po’ il simbolo della catena fondata da Oscar Farinetti nel 2004, ma che ora è in portfolio a Investindustrial, questo nuovo debutto rappresenta una sorta di nuovo inizio e il giusto regalo per i suoi primi dieci anni di vita. Entrando nella praticità delle cose, ora gli spazi, sui tre piani, sono stati ripensati nel segno della razionalità. Al piano terra, il mercato è sempre sovrano ma l’accoglienza ora è più in linea con il tenore. Quindi niente più casse da grande distribuzione, ma un più caldo bar. Nel piano intermedio invece protagonisti sono i corner e l’enoteca, mentre il ristorante è tutto concentrato al piano alto. Sparsi nell’area commerciale ci sono inoltre dodici punti ristoro, tutti in prossimità dei corner, come quello degli Artisti del Vegetariano al piano terra, o dei banchi come quelli del fritto e dei salumi e formaggi, del caseificio Miracolo a Milano o del laboratorio artigianale di pasta fresca Plin. Nuova è anche La Scuola di Eataly che si trasferisce al terzo piano diventando uno spazio ancora più versatile per corsi di cucina, ma soprattutto, il perdere un ristorante stellato in sede, ha per contraltare, ricevuto in dono l’offerta di un servizio di chef a domicilio e la possibilità, attraverso un tablet, di dare ai clienti suggerimenti personalizzati sulle eccellenze gastronomiche presenti in negozio e sui loro abbinamenti. Non mancano poi le certificazioni di sostenibilità, in questo caso la LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) e, grazie alla collaborazione con Fondazione Cometa, uno spazio dedicato alle persone con fragilità. Naturalmente senza dimenticare il prodotto, di qualità e lontano dall’essere di larghissimo consumo.